Vivo nel nome delle foglie, possiedo nervature
passo dal verde al giallo e mi lascio morire nell'autunno.
Nel nome della pietra vivo e permetto che mi si colpisca cubicamente sulle strade
percorse da automobili veloci.
Vivo nel nome delle mele, possiedo sei piccoli semi sputati tra i denti dalla fanciulla che ha perduto la ragione
Tra pigre danze di ebonite nel nome del mattone io vivo
con polsini di calce, rigidi ad ogni mano, abbracciando un possibile tuorlo di esistenza

Sacro non lo saró mai.

Molta troppa è la mia immaginazione di altre forme concrete
per questo ho così poco tempo per pensare alla mia stessa vita.
Eccomi.

Vivo in nome dei cavalli nitrisco, sotto gli alberi potati.
Vivo nel nome degli uccelli, ma soprattutto del volo.
Credo di avere le ali, però nessuno le vede.

Tutto per il volo tutto
Non appoggiare ció che c'è giá su ciò che ci sará.

Allungo una mano che per dita ha altre cinque mani, che per dita hanno cinque altre mani, che per dita hanno cinque mani.

Tutto per abbracciare minuziosamente, tutto, per palpare paesaggi non nati
per graffiarli a sangue con una presenza.

Nichita Stanescu - Settima elegia